• Rentall
  • $
  • News
  • $
  • News
  • $
  • Il nostro appuntamento mensile lungo il percorso della Mille Miglia ci porta nella elegante Mantova.

Il nostro appuntamento mensile lungo il percorso della Mille Miglia ci porta nella elegante Mantova.

Forse in pochi lo sanno, ma Mantova è una città costruita intorno a tre laghi alimentati dal fiume Mincio. Questo la rende una vera città d’acqua al centro della Pianura Padana, con un panorama urbano straordinario, soprattutto se visto dal Ponte di San Giorgio. Forse questo è il modo migliore per iniziare la visita della città lombarda, per poi avvicinarsi lentamente alle bellezze di questo gioiello d’arte e architettura italiana.

Vi consigliamo di farlo a luglio o ad agosto, quando sul Lago Superiore fioriscono migliaia di fiori di loto. Non si sa se per una leggenda legata ad una ragazza orientale o ad un investimento in “farina di loto” non riuscito, sta di fatto che in questi due mesi il già meraviglioso panorama di Mantova si trasforma in un incanto orientaleggiante. Superato lo stupore, siete pronti per essere nuovamente colpiti dalla maestosità di Palazzo Ducale e dalla raffinatezza di Palazzo Te. Nei giri per Mantova (bastano due giorni) sarà per voi inevitabile incrociare più volte Piazza Sordello con il Duomo Piazza Erbe con la Rotonda di San Lorenzo, la bella Casa del Mercante, la Torre dell’Orologio astronomico e il Palazzo della Ragione. Dopo il terremoto del maggio 2012 la Camera degli Sposi di Mantegna in Castel San Giorgio è tornata visitabile. Un motivo in più per fare un giro in questa splendida città partendo dalle cose da fare e vedere assolutamente a Mantova.

? Verona, come arrivare

In auto Mantova si raggiunge attraverso l’autostrada A22 Modena-Brennero (uscite di Mantova Nord a 4 chilometri dal centro e Mantova Sud a 11,5 chilometri dal capoluogo), A4 Milano – Venezia, uscite di Desenzano, Sirmione, Peschiera del Garda e Verona Sud, Autostrada del Sole A1, uscite di Parma Est e Reggio Emilia.

In aereo l’aeroporto più vicino è il “Catullo”, situato a Villafranca di Verona, a 33 chilometri da Mantova. I principali voli nazionali sono previsti da Roma, Bari, Napoli, Cagliari, Olbia, Salerno, Catania e Palermo.

Altri aeroporti sono: “Gabriele D’Annunzio” di Montichiari, Brescia  (Km. 60), “Giuseppe Verdi” di Parma (Km. 60) , “Borgo Panigale” di Bologna (Km. 100) ed “Orio al Serio” di Bergamo (Km. 100). 

In treno Mantova è raggiungibile da Verona (45 minuti) e da Modena (55 minuti), essendo sulla linea Modena – Verona, e da Milano (2 ore). Passano inoltre per il capoluogo le linee ferroviarie: Milano – Cremona, Suzzara – Ferrara, Pavia – Monselice – Padova, Vicenza. La stazione dista pochi minuti a piedi dal centro storico.

E ovviamente si può noleggiare con Rentall l’auto dei tuoi sogni con quest’offerta strepitosa ma valida pochissimi giorni! Contattaci subito! TOYOTA C-HR 1.8H (122CV) E-CVT Business (V.M.) 1.017 Canone € 252 al mese !  

 ? Cosa mangiare e bere a Mantova

La città dei Gonzaga, splendida bomboniera che racchiude contemporaneamente bellezze artistiche, paesaggistiche e naturalistiche, è anche una meta enogastronomica davvero sorprendente, che regala, oltre ai conosciutissimi tortelli di zucca, delle chicche culinarie tutte da scoprire, grazie ad una gastronomia che è il risultato tra l’incontro della tradizione popolare e quella della famiglia dei Gonzaga.
Ecco elenco dei piatti che dovrete assolutamente assaggiare se passate nell’unica provincia italiana in cui si produce sia il Grana Padano sia il Parmigiano Reggiano.

  • Essendo il maiale il protagonista indiscusso delle tavole mantovane non potete non assaggiare il salame mantovano, profumato con l’aglio e la spalla cotta. Come apri pasto non potete non gustare un pezzetto di Grana Padano o Parmigiano Reggiano accompagnato dalla mostarda di mele campaninefrutto di un’antica ricetta del cuoco dei Gonzaga Bartolomeo Stefani, tipica di Mantova e che potrete gustare solamente qui. 
  • Va da sè che a Mantova ‘dovete’ mangiare un piatto di tortelli di zucca preparati a mano. Nonostante sia un piatto tradizionale della vigilia di Natale, potrete trovarli in qualsiasi giorno dell’anno in ogni ristorante, trattoria o osteria della città. L’unione tra il dolce della zucca e gli amaretti vi regalerà attimi di pura gioia. Altri due primi piatti da non perdere sono gli agnoli , pasta fresca ripiena di maiale tipicamente servita in brodo, e il risotto alla pilota, che non è un vero e proprio risotto poiché nonnesegue la tradizionale preparazione, ma al contrario viene cotto in acqua, poi condito con olio sale pepe grana e solo alla fine viene aggiunto un pesto di salamella sbriciolata e fatta sudare in padella. A concludere il piatto c’è il puntèl, ovvero una costina di maiale in umido.
  • Cosa mangiare per secondo? La scelta migliore che possiate fare è lo stracotto d’asino. Carne d’asino tipicamente servita con polenta morbida o come condimento per la pasta, che dopo una lunga marinatura nel lambrusco viene lasciata cuocere fin quando la carne diventa talmente morbida da poter essere mangiata senza l’uso del coltello. 
  • Se si pronunciano le parole ‘dolce’ e ‘Mantova’ nella stessa frase si sta parlando della Sbrisolona: farina gialla, mandorle, burro e il dolce è servito! Non è da meno, in quanto a bontà la torta Elvezia, che pur non essendo un dolce tradizionale mantovano, è comunque un dolce tipico del posto poiché viene preparata sin dal 1700, quando una famiglia di pasticceri svizzeri decise di aprire la propria pasticceria in città e di dedicare la torta alla patria di elezione, da qui il nome Elvezia o Helvetia.

? Cosa vedere a Mantova

Palazzo Ducale a Mantova

Nelle oltre 500 stanze che il formano Palazzo Ducale di Mantova, la famiglia Gonzaga visse e governò dal 1328 al 1707, cioè fino a quando il duca Ferdinando Carlo fu costretto all’esilio.

Quella che per molti è una Reggia, di pari dignità di quelle di ParigiVienna o Caserta, è il risultato della fusione cinquecentesca di più edifici disposti tra il Lago Inferiore e Piazza Sordello. Il nucleo originario sono il Palazzo del Capitano e la Magna Domus edificati dalla famiglia Bonacolsi. Con l’arrivo dei Gonzaga questi edifici si integrarono con nuove costruzioni, fino a formare la Corte Vecchia. Qui, tra cortili, giardini, stanze, è da non perdere il ciclo di affreschi che il Pisanello dipinse per volere di Gianfrancesco Gonzaga. Nel 500 si aggiunge alla Corte Vecchia il Castello di San Giorgio dove si trova la celebre Camera degli Sposi di Mantegna (vedi punto 4). Dal 1480, addossata alla Corte Vecchia viene edificata la Domus Nova e il Palazzo Ducale prende l’aspetto definitivo che ha oggi. Purtroppo della sontuosità degli interni resta ben poco: con la fine delle fortune familiari, i Gonzaga furono costretti a vendere opere e arredi. Il resto lo fecero le armate napoleoniche in Italia. Ancora visibile, per fortuna, la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità di Rubens.

Palazzo Te a Mantova

Contrariamente a quello che alcuni pensano, il nome di Palazzo Te non deriva dalla famosa bevanda ma più probabilmente dal nome di un’isola, chiamata Teieto, poco distante da quella più grande e su cui sorse poi Mantova.

Agli inizi del 1500 Francesco Gonzaga fece costruire una piccola casa padronale e delle stalle per godersi la tranquillità dell’isola. Fu solo nel 1524, quando Federico II Gonzaga si entusiasmò per un progetto di Giulio Romano, che iniziò la costruzione del Palazzo Te così come lo vediamo oggi. Romano era stato il migliore allievo di Raffaello e come scrisse poi il Vasari, era un artista che progettava “non abitazioni di uomini, ma case degli Dei“. Il Palazzo è ovviamente splendido: dalle facciate, all’esedra, alle infinite sale che si susseguono in una stupefacente sequenza di simboli e riferimenti alla vita dei Gonzaga e alla politica del tempo. Il culmine artistico si raggiunge nella Camera dei Giganti, un ciclo pittorico che per bravura tecnica e capacità innovativa è stato per molto tempo ineguagliato. L’affresco riprende il momento in cui Giove punisce i giganti per il loro tentativo di sostituirsi agli dei. Giulio Romano riesce a catapultare chi osserva nel centro della battaglia, grazie ad una tecnica prospettica ottenuta dipingendo l’intera parete, dal pavimento al soffitto. Da non perdere.

Castello di San Giorgio a Mantova

Nel Castello di San Giorgio si trova la più importante opera d’arte di Mantova: è la camera picta o Camera degli Sposi dipinta dal Mantegna dal 1465 al 1474. Grazie ad un’abile divisione degli spazi e all’uso eccezionale della prospettiva, Mantegna riesce a trasformare le pareti in uno spazio in cui entrano in scena i personaggi della Famiglia Gonzaga.

Nella prima parete (“della corte”), sono ritratti tutti i componenti della famiglia Gonzaga: il marchese Ludovico II e la moglie Barbara di Brandeburgo sono circondati dai figli e dai familiari. Ludovico, girato verso il segretario Raimondo dei Lupi, riceve una lettera mentre la piccola Paola porge una mela alla madre.  La seconda scena (detta “dell’incontro”) è la celebrazione della linea dinastica: qui Ludovico II Gonzaga si trova al cospetto del figlio Francesco, nominato cardinale, che tiene per mano il fratello Ludovico che, a sua volta, dà la mano al nipote Sigismondo. Sullo sfondo c’è Roma Una curiosità: sono presenti tre firme di Mantegna. La prima sopra la porta, in una targa tenuta da putti alati, la seconda proprio accanto, sul pilastro, dove l’artista si raffigura come una sorta di fiore. La terza, nelle nuvole a sinistra nella volta.

Chiesa di Sant’Andrea a Mantova

Secondo la tradizione nella Chiesa di Sant’Andrea è custodito la terra con il sangue di Cristo che Longino, il centurione romano che gli trafisse il costato, raccolse ai piedi della Croce.

È il Sacro Graal, quindi, che Longino alla sua morte (37 d.C) sotterrò per evitare che andasse disperso. Per circa 800 anni se ne persero le tracce e fu Sant’Andrea a indicare dove ritrovare la prima urna. Con questa scoperta, Mantova diventa sede vescovile e viene costruita una piccola chiesa in onore dell’Apostolo Andrea. Nel 1048 avviene il secondo ritrovamento della reliquia e delle ossa di S. Longino, a cui è dedicata una cappella. La chiesa venne infine ristrutturata definitivamente a partire dal 1472, su progetto di Leon Battista Alberti, anche se la morte dell’artista e i successivi stravolgimenti ne hanno alterato l’impianto rinascimentale. La cripta conserva, con un sofisticato meccanismo a 12 chiavi, le reliquie che vengono tirate fuori solo il Venerdì Santo.

Piazza Sordello e Duomo di Mantova

La piazza più grande ed importante di Mantova è dedicata al poeta trovatore Sordello ma per secoli si è chiamata Piazza San Pietro. Piccolo gioiello di armonia, Piazza Sordello è il luogo dove Mantova è stata fondata e in cui la bellezza della città lombarda trova la sua sintesi migliore.

Il Duomo è la chiesa più importante della città, anche se non bella quanto la vicina Sant’Andrea. All’interno sono seppelliti i più importanti membri della famiglia Gonzaga. Accanto al Duomo c’è la Torre che si trova in fondo alla piazza, mentre da sinistra si susseguono il Palazzo VescovilePalazzo degli Uberti col suggestivo vicolo Bonacolsi, Palazzo Castiglioni e il Palazzo Acerbi con la Torre della Gabbia. Dall’altro lato della piazza si stagliano le suggestive sagome del Palazzo del Capitano e della Magna Domusnucleo originari del Palazzo Ducale (vedi punto 1).

Piazza delle Erbe a Mantova

Come accade per molte città venete e lombarde, anche a Mantova il nome di Piazza delle Erbe indica la secolare funzione di luogo commerciale della città, in particolare di mercato di frutta e verdura.

Oggi sono le botteghe sotto ai portici, i tavolini dei bar e quelli dei ristoranti a caratterizzare il cuore commerciale e turistico di Mantova. Partendo dalla Rotonda di San Lorenzo (Vedi punto 5), nell’estremo angolo a destra c’è la Casa del Mercante mentre a sinistra della Rotonda si eleva la Torre dell’Orologio astronomico (1473) e accanto il Palazzo della Ragione. La piazza si chiude con il Palazzo del Podestà, detto anche “Palazzo del Broletto” (1227). Sul lato posteriore c’è una statua duecentesca di Virgilio in cattedra, che i mantovani chiamano più semplicemente, la vècia, la vecchia in dialetto.

Condividi sui social

Hai una domanda sul noleggio
a lungo termine? Contattaci

Call Now Button